Ogni anno, la prima domenica di maggio, a Morbegno si celebra la Festa della Santa Spina: fino al Vaticano II, infatti, il 3 maggio era la festa dell?Invenzione (o ritrovamento) della Santa Croce. Par saperne di più, rispondiamo a qualche possibile domanda: - Da dove viene la reliquia?La preziosa reliquia appartenne al vescovo morbegnese Feliciano Ninguarda, che la ebbe in dono dal duca Guglielmo V di Baviera nel 1584, come attestato di personale riconoscenza e amicizia, quando il vescovo lasciò il prestigioso incarico di Nunzio Apostolico per la Germania Meridionale. - A chi appartiene ora? La reliquia venne donata alla "Magnifica Comunità di Morbegno" il 6 luglio 1608 da Giovanni Battista Ninguarda, fratello del defunto vescovo Feliciano, in esecuzione delle sue volontà. All'atto di donazione è allegata la dichiarazione di Guglielmo V di Baviera, secondo cui la reliquia era conservata "da molti anni" nella cappella ducale di Monaco. - Dove è stata collocata a Morbegno? La comunità morbegnese ha collocato la preziosa reliquia (di cui si fa specifica menzione nel corso delle visite pastorali) nella vecchia parrocchiale di S. Giovanni Battista, nella cappella adorna dal Compianto ligneo scolpito da Giovanni Angelo Del Mayno. - Perché e da chi si celebra la festa del 3 maggio? Il 31 luglio 1625, durante le "guerre di Valtellina" che comportavano saccheggi, uccisioni, carestie e pestilenze, l'assemblea dei capifamiglia, per invocare gli aiuti divini, pronunciò voto perpetuo che obbligava la Comunità di Morbegno a celebrare ogni anno il 3 maggio (festa liturgica del ritrovamento della S. Croce) con la messa solenne e la processione con la Santa Spina a spese della Comunità stessa. - Dove si trova ora? Nel 1714, con la benedizione dell'attuale chiesa di S. Giovanni, la S. Spina trovò posto nell'altare del Crocifisso, da dove venne traslata nel 1727 nel grandioso reliquiario al centro del catino absidale affrescato da Pietro Ligari. Il reliquiario è chiuso da tre chiavi, che sono in possesso rispettivamente dell'arciprete, dei fabbriceri e del sindaco. - Come si celebrava la festa? La festa di S. Croce è sempre stata una delle più solenni, con massiccia partecipazione anche dai paesi vicini, tanto che venne istituita una nuova fiera nello stesso giorno. Per le cerimonie venivano invitati musicisti, cantori e predicatori anche da lontano (a volte partecipò anche il Vescovo di Como), si sparavano mortaretti, ecc. - Chi pagava le spese? Il Comune, che le "quantifica" nel 1844, impegnandosi a versare ogni anno alla Fabbriceria della Chiesa la somma di L. 432,09. Tale somma comprende, oltre che "la festa di S. Croce", "il suono della campana maggiore in servizio del Comune" e "la regolatura del pubblico orologio". - E adesso? Negli scorsi anni sessanta la festa religiosa venne trasferita alla prima domenica di maggio, e andò perdendo importanza. Ultimamente si avverte il desiderio di approfondire l’argomento “reliquie” e il significato da attribuire al loro culto. Significativa la serie di articoli pubblicati da “Le Vie del Bene” nel 2005, “Anno della Santa Spina”, celebrato in varie località europee con particolare solennità e con presunte manifestazioni miracolose, come avviene storicamente quando la festa dell’Annunciazione (25 marzo) coincide col Venerdì santo). Forse assistiamo a una “riscoperta” della festa, alla quale manca però l’aspetto di massiccia partecipazione popolare che l’ha sempre caratterizzata come festa della “comunità morbegnese”. Per ulteriori approfondimenti: - P. ( = don Paolo Fabani), La S. Spina venerata in Morbegno, "Le Vie del Bene" n. 5 - 1926; |
Chiese > Chiesa San Giovanni Battista >